La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, di là dalle stelle, che c'è? - Altre stelle. - Sempre stelle? non altro? - Gualdo, per la seconda volta, ammutì. Cessando l'idèa, cessàvagli la
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sentèndone l'ombra sul dorso gelato. Ma, purtroppo! i nemici non sono loro alle spalle. A un tratto, dalle case di Gualdo, colpi di schioppo, strilli
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tementi di èssere scorti, benchè riparati dall'ombra di una berretta a visiera e dalle palpèbre socchiuse. Il quale, facèndosi innanzi: gente! che si
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lazzi èran sollievo alla morale afa. Dall'ira non si figlia la gioja. Nascèano e spegnèvansi insieme, scintille senza pastura. E quelli stessi, dalle cui
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: «O Madre, o Madre, dalle tue profonde vìscere, alziamo lamentoso il canto. Tu, spento sole, con feconda morte, ànima e forma a noi sùsciti e cibi. E
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senza libertà, il regime del càrcere. D'ogni parte, visi estenuati dai non sazi bisogni e dalle più abbiette malattìe dell'ànimo, e panni che parèan
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, il Nebbioso si nascondeva la faccia con ambo le mani, e fuggìa. Fuggìa, come cacciato dal fiammeggiante brando dell'àngelo di Abele. --- Dalle quali